mercoledì 8 dicembre 2010

LA STRADA DELLA LEGALITÀ (27/11/2010)

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In Italia, l'usura muove circa 18 miliardi di euro l'anno.
La manovra di correzione dei conti per il 2011 e il 2012 è di 25 miliardi di euro.
Ogni anno le denunce per usura sono circa un centinaio.

Cosa vuol dire denunciare il proprio usuraio senza la garanzia dello Stato?
Non è forse meglio l'omertà, pagare e tacere?
Da chi sono pagate le campagne pubblicitarie sul gioco d'azzardo?
Perché non si fanno campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica per denunciare l'usuraio e garantire l'usurato?
Le procure di Busto Arsizio e Milano, per dirne una, quanti episodi di usura denunciano?
Un esempio: il 26 novembre 2010 a Saronno, sono stati arrestati due estorsori senza alcuna denuncia da parte di imprenditori, che hanno paura.
Riguardo l'operazione "infinito", i fatti dicono: 150 imprenditori sotto usura ed estorsione. Nessuna denuncia. Perché? Dov'è la fiducia nello Stato, la garanzia d'essere tutelati? Denunciare i propri estorsori vuol dire perdere lavoro, perdere commesse, perdere investimenti. Se lo Stato non sostiene l'imprenditore, la mafia ha libero accesso all'economia lombarda.
F. Manzi, dell'associazione SOS Racket e Usura, trade union tra imprenditori e forze dell'ordine, ha due semplici proposte che favorirebbero la denuncia:
1) abolire la norma che stabilisce che per poter accedere ai fondi anti racket è necessario possedere una partita IVA. I piccoli imprenditori senza partita IVA ne sono quindi esclusi.
2) Accorciare i tempi: attualmente i fondi sono erogati dopo anni, costringendo chi denuncia a indebitarsi, il che è un assurdo: l'imprenditore denuncia il proprio usuraio perché lo sta indebitando e lo Stato fa lo stesso. Non garantendolo economicamente, infatti, costringe l'imprenditore a indebitarsi dopo aver denunciato il proprio usuraio.

Riguardo al primo punto, il 2 dicembre 2010 il governo si è impegnato a inserire la norma nella legge sull'usura n.108/96

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